14 maggio 2023 - VI° Domenica di Pasqua (Anno A)Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Stefano Ecobi

Gesù insegna agli ApostoliDio è sempre stato presente per l’umanità, e in Gesù abbiamo incontrato una presenza mai vista prima. Presenza che però, nella modalità “fisica”, si è conclusa. Ma non ci ha lasciati orfani: ci ha donato «un altro Paràclito», cioè un altro che, come già ha fatto lo stesso Gesù, starà accanto e dalla nostra parte, in nostra difesa e sostegno. E sarà presso di noi e in noi, non a tempo determinato, ma — Gesù l’ha detto chiaramente — «per sempre». Lo Spirito divino è garanzia della presenza confortante e attiva di Dio nella nostra quotidianità, perché rende presenti Gesù e il Padre in modo nuovo: grazie a Lui, infatti, noi siamo in Gesù e Gesù, che è nel Padre, è in noi: «voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi». Insomma, grazie allo Spirito Santo si genera una “coabitazione” reciproca che ci innesta nella comunione trinitaria: una novità assoluta per l’umanità!

Dio non fa lo schizzinoso di fronte al nostro essere polvere: sa bene di che siamo plasmati, Lui che ci ha creati e ci conosce così bene che Sant’Agostino l’ha definito “più intimo a noi di noi stessi”. Né la nostra fragilità ed imperfezione impediscono all’Onnipotente di accoglierci nel suo circolo di carità: «Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Un requisito però c’è: per accogliere lo Spirito occorre osservare i comandamenti di Gesù, dimostrazione concreta dell’amore per Lui. Altrimenti, quale spazio lasciamo alla carità se ad essa, di fatto, non ci apriamo?

E Gesù, conoscendo i suoi (noi compresi) e le loro (e nostre) debolezze, annuncia in anticipo la discesa dello Spirito, prima di allontanarsi fisicamente nell’Ascensione, in modo che non vi sia frangente in cui temiamo che Dio ci abbandoni a noi stessi. Certo, questo non impedisce a priori che perdiamo di vista la sua presenza. Tuttavia, eventuali (possibilissimi) dubbi assumono tutto un altro tono se affrontati nella fede nello Spirito Santo, che tiene viva in noi la consapevolezza della vicinanza costante di Dio, accende la speranza e così mette in circolo la carità.