(c) Birmingham Museums and Art Gallery; Supplied by The Public Catalogue FoundationWilliam John Wainwright (1855–1931), Parabola delle vergini sagge e stolte , Birmingham Museum and Art Gallery

12 novermbre 2023 XXXII - Tempo ordinario (Anno A) - Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Stefano Ecobi

Di fronte alle parabole può essere utile farci una domanda: qual è il “centro di gravità” della vicenda? Identificato l’elemento più importante, attorno al quale ruotano i fatti e i personaggi, possiamo comprendere meglio quale sia il nostro ruolo. Perché, lo sappiamo: scopo delle parabole è tirare dentro l’ascoltatore, fargli prendere posizione e — se il suo cuore è aperto — accompagnarlo in una conversione.

Allora, qual è il centro di gravità della parabola delle dieci vergini? Le lampade e l’olio hanno certamente la loro importanza, ma niente di ciò che incontriamo nel racconto avrebbe senso se mancasse un personaggio fondamentale: lo sposo. Le lampade devono essere pronte, l’olio non deve mancare, affinché le vergini possano andare incontro allo sposo che arriva e, insieme a lui, entrare alle nozze. Tutto è dunque finalizzato a questo: l’incontro e l’ingresso insieme allo sposo. Ciò è reso ancora più evidente dalla questione del “ritardo”. «Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono», dice il testo.

Ma se usciamo dalla metafora e pensiamo che lo Sposo vero a cui qui si allude è Gesù che tornerà alla fine dei tempi, dobbiamo domandarci: possibile che il Figlio di Dio sia in ritardo sulla tabella di marcia? Può forse avere un contrattempo, lui che ha in mano il tempo e la storia? O può esserci un qualche imprevisto per Dio che tutto conosce? Ancora, può mai commettere un errore di calcolo, lui che è perfetto? Insomma, mettendoci nella prospettiva dello Sposo, quello vero, dobbiamo riconoscere che la sua venuta non può essere né in ritardo né in anticipo: arriva esattamente quando vuole arrivare. Se però guardiamo la vicenda dal punto di vista umano (ed è ovvio che ci riesca più facile), ecco che i tempi di Dio possono sembrarci fuori sincrono rispetto alle nostre umanissime cronologie. Il Signore stesso, per bocca di Isaia, ci ricorda: «i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» (Is 55,8). E, aggiungiamo, i suoi tempi non sono i nostri.

La parabola delle dieci vergini, ruotando attorno ad uno sposo in ritardo, ci invita alla pazienza di chi sa che i tempi di Dio non sono sovrapponibili alle tabelle di marcia che noi vorremmo imporgli. Ci invita anche alla fiducia di chi crede che il Signore sa quello che fa, e ciò che compie è sempre per il bene. Infine, invita a non lasciarci distrarre da sfiducie e impazienze, ma a rimanere vigilanti in tutto ciò che ci aiuta a preparare l’incontro con lui (fede, speranza e carità) tenendo fisso lo sguardo del cuore sullo Sposo, Gesù, che già è venuto in mezzo a noi e non ci lascia soli, e per questo chiede accoglienza quotidiana affinché la nostra vita possa prepararsi alle nozze eterne, e anche pregustarne la gioia già qui nel frattempo.