21 maggio 2023 - Ascensione del Signore (Anno A)Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Stefano Ecobi

Giotto di Bondone No. 38 Scenes from the Life of Christ 22. AscensionGiotto da Bondone, Ascensione, Cappella degli Scrovegni - Padova

«Essi però dubitarono». I discepoli hanno davanti agli occhi Gesù risorto, e allo stesso tempo dubitano. Questo è il clima in cui si svolge la scena dell’Ascensione, l’ultimo momento in cui gli Undici hanno a portata di mano il Signore in carne e ossa. «Essi però dubitarono»: è tremendamente inquietante questa precisazione, e allo stesso tempo estremamente onesta e “incarnata”. Non ci racconta una situazione idilliaca in cui soltanto “i migliori” possono identificarsi, ma un concretissimo fare i conti con il credere che comporta anche la possibilità del dubbio. Proprio come per noi. Allora, lungi dall’essere una storiella disincarnata, il Vangelo dell’Ascensione ci riguarda da vicino: parla di noi e parla a noi.

Parla di noi, perché di noi dice che siamo stati e saremo sempre destinatari dell’annuncio affidato agli apostoli, affinché facessero «discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e insegnando loro a osservare tutto ciò che» Gesù ha «comandato». Perciò, oggi e sempre siamo invitati a riscoprire il nostro battesimo, che ci ha inseriti nella vita stessa del Risorto. E, oggi e sempre, dobbiamo imparare ad osservare i comandamenti che Gesù ci ha lasciato. Mi domando, allora: mi confronto con ciò che Cristo ha lasciato come comandamento nel suo Vangelo? Di fronte ai suoi comandamenti, che arrivano a me attraverso il Vangelo e l’annuncio della Chiesa, riesco a mettere in luce il bene che vogliono custodire e promuovere nella mia vita, nelle mie relazioni, nell’ambiente in cui vivo, oppure mi fermo semplicemente alla fatica, e chissà, forse anche al fastidio che mi provocano?

Parla a noi, il Vangelo dell’Ascensione, perché a noi oggi dice che l’annuncio è anche compito nostro. «Andate», ci comanda Gesù, affinché quella porzione di popolo e di mondo a cui apparteniamo e che abitiamo quotidianamente riceva da noi la Parola di vita e di novità che è il Vangelo. Non aspettiamo che siano altri a farsene carico: «Andate», dice Gesù. Spetta a noi. Ricordando anche che, sempre parlando a noi, il Risorto assicura: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Non c’è giorno che non sia segnato dalla presenza di Dio e dal suo volerci donare vita. Ogni singolo giorno, fino alla fine del mondo, custodisce questa benedizione, questa esplosione di vita, questo potenziale traboccante, confezionato per ciascuno di noi. Gesù ce l’ha assicurato, e il fatto che noi non ce ne accorgiamo e magari cadiamo nello sconforto non toglie verità alla sua promessa, ma mette in evidenza che la nostra vista è sempre un po’ troppo corta. Per questo il Risorto dice «tutti i giorni»: perché se mi fossi perso la benedizione di ieri, posso riaccendere l’attenzione per non lasciarmi sfuggire quella di oggi.