13 ottobre 2024 –  XXVIII Tempo ordinario (Anno B) - Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Stefano Ecobi

L’incontro tra Gesù e il «tale» che gli corre incontro è come un cammino a tappe. Tutto sembra partire dalla “testa”, dal sapere. Alla domanda su cosa fare per avere la vita eterna, il Signore risponde: «Tu conosci i comandamenti». Comincia prudente, Gesù, sondando il terreno della conoscenza, e il giovane ribatte che, sì, conosce i comandamenti, e anzi «tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».

Hoffman ChristAndTheRichYoungRulerHeinrich Hofmann, "Christ and the Rich Young Ruler", 1889 – Riverside Church – Manhattan – Stati Uniti d’America

Dal sapere siamo passati al fare, al comportamento: l’adesione della testa non è sufficiente, e il nostro «tale» lo sa bene, tanto che ci tiene a sottolineare che non solo conosce, ma mette anche in pratica. Allora Gesù compie un terzo passo, o almeno prova a farlo compiere all’interlocutore: prima «fissò lo sguardo su di lui», uno sguardo d’amore («lo amò»), comunicando così un interesse personale, un affetto che interpella; dopodiché prova a condurre anche l’altro sul terreno dell’amore. Sì, perché chiedendogli di vendere tutti i suoi beni per darli ai poveri e poi seguirlo, Gesù lo sta invitando a fare qualcosa in più rispetto al mero rispetto della regola. I comandamenti antichi, sempre validi, non sono sufficienti se vissuti semplicemente come il cartellino da timbrare, come la casella da spuntare nelle cose da fare per essere a posto. L’amore chiede un “di più”. L’amore è di più.

Ma quello si fa «scuro in volto» e se ne va «rattristato»: non è capace di andare al di là, di entrare nel “di più” dell’amore. E questo, spiega poi Gesù ai discepoli, perché le sue molte ricchezze gli erano di ostacolo. Il cuore umano è sempre in cerca di una casa in cui sentirsi al sicuro, e si attacca a ciò che riconosce di valore. L’attrazione dei beni terreni è dunque molto forte. Se per entrare nella salvezza è necessario staccare il cuore dai beni terreni, allora l’essere umano da solo non è in grado di vincere la forza adesiva della ricchezza, e anche i discepoli se ne rendono conto. Ci vuole, quindi, un aiuto che sia più forte. Per questo Gesù li rassicura: «tutto è possibile a Dio». E infatti anche Pietro e gli altri hanno «lasciato tutto» per seguire il Maestro, ma ciò è stato possibile solo perché si sono lasciati incontrare da Dio nella persona di Cristo. Soltanto se il suo cuore trova casa in Dio attraverso il Figlio, l’essere umano può sperare di non restare appiccicato a ciò che ha un valore passeggero, e di abitare invece in Dio, vero bene che non conosce fine.