24 marzo 2024 –Domenica delle palme (Anno B) - Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Stefano Ecobi
Come in un’ampia parentesi, la Passione si svolge abbracciata da due scene di grande tenerezza, gesti di autentico amore nei confronti di Gesù. In apertura, la donna che, a Betania, versa sul capo del Signore abbondante olio di nardo, prezioso e profumato. E Gesù ricambia il gesto d’amore, non solo difendendola dalla indignazione dei presenti, ma addirittura assicurando che, «dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto» (cf. Mc 14,3-9). Al termine del racconto toccherà invece a Giuseppe di Arimatea riservare gli ultimi amorevoli gesti su quel corpo che ormai è una salma, avvolgendolo in un lenzuolo nuovo e deponendolo nel sepolcro, accuratamente sigillato con una pietra, sotto lo sguardo delle donne (cf. Mc 15,42-47). Anche il gesto di Giuseppe è ricambiato da Gesù, ma in anticipo, morendo in croce per lui (e per tutti). Dispiegata tra queste due scene di tenerezza, incontriamo tutta una serie di atroci violenze, attenzioni mancate, gesti snaturati: insulti, sputi e percosse; discepoli e amici che dormono e si nascondono; un bacio per tradire e gesti di riverenza per deridere.
Mi piace pensare che anch’io, se fossi stato là, avrei preso parte ai gesti amorevoli. Ma chi me lo assicura? Chi mi dice che, invece, non sarei stato tra quelli che gridavano «Crocifiggilo!», o tra i soldati e i servi che si divertivano a percuotere il condannato? Chi mi assicura che non sarei stato tra i discepoli fuggitivi, o tra i sacerdoti accusatori, o tra coloro che a suon di martellate conficcavano i chiodi? E se fossi stato io a tradire?
Non sappiamo con certezza a quali gesti avremmo preso parte se fossimo stati là, a Gerusalemme, duemila anni fa. Non possiamo dire se saremmo riusciti a resistere alla tentazione di nasconderci impauriti o di seguire l’onda della folla. Sappiamo però che oggi, qui dove ci troviamo, abbiamo la possibilità di scegliere quali parole pronunciare e quali gesti compiere nei confronti di chi incontriamo, ricordando che Gesù ci ha detto: «tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Entrando nella Settimana Santa, sospinti dallo Spirito in azione nella Quaresima, accompagniamo il Signore nella Via della Croce per imparare la tenerezza audace di Betania e quella affranta del sepolcro. Per contemplare in Gesù i gesti, le parole e i silenzi dell’Amore che si dona fino alla fine, senza riserve, senza misura. E davanti a questo Amore, commuoverci con gratitudine e deciderci, pur con tutti i nostri limiti, ad imitarlo.