7 Febbraio 2021 – V Domenica del T.O.: - Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Flaminio Fonte.
Guarigione della suocera di Pietro di John Bridges, diciannovesimo secolo, Birmingham Museum of Art, Alabama, Stati Uniti d'America
L’evangelista Marco ci racconta la giornata tipo di Gesù nel suo quartier generale di Cafarnao in Galilea (cfr. Mc 1, 21-34) dove esercita il ministero della predicazione e compie segni prodigiosi. Nel giorno di sabato Gesù passa l’intera mattinata nella Sinagoga ove commenta le letture e libera un indemoniato (cfr. MC 1, 21-28). Uscito dalla Sinagoga si reca alla casa di Simon Pietro e Andrea dove guarisce la suocera di Pietro a letto con la febbre.
Giunta la sera, «dopo il tramonto del sole», gli abitanti della città, accalcandosi alla porta, conducono «tutti i malati e gli indemoniati» ed egli li guarisce. Il mattino seguente, «quando ancora era buio», si ritira in un luogo deserto e solitario «e là pregava». Il ritmo della sua giornata è incalzante, come rivela la ripetizione dell’avverbio «subito» (euthys), perché tanto urgente è l’azione messianica che deve compiere. «tutti ti cercano» gli riferiscono gli apostoli, infatti, egli è letteralmente sommerso da richieste di guarigione. Gesù, però, non si lascia distrarre, anzi ordina loro di seguirlo nei villaggi vicini «perché io predichi anche là; perché questo infatti sono venuto». Nel suo ministero, infatti, l’annuncio, la guarigione e la preghiera sono complementari ed inseparabili. Il centro di tutto è la preghiera ed il dialogo con il Padre, lo stare cuore a cuore con lui nel dono dello Spirito Santo. Da ciò deriva l’insegnamento, l’annuncio della notizia buona del Vangelo: «il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1, 15). Proprio perché tale annuncio non è semplicemente teorico, ma pratico, si concretizza nella lotta di Gesù contro il male in tutte le sue forme. Così, egli guarisce gli infermi, libera gli indemoniati ed impedisce sistematicamente ai demoni, che, paradossalmente, sono gli unici a riconoscere veramente la sua natura, di proferire verbo. La suocera di Pietro che giace «a letto con la febbre» è figura dell’uomo tormentato dal male, in preda al delirio di onnipotenza, schiavo delle ritornanti ideologie assassine, dell’idolatria che rende il cuore duro come la pietra e della dimenticanza insipiente di Dio. «Ebbene, preghiamo il Signore che ci prenda per mano», scrive San Girolamo nelle sue omelie sul Vangelo di Marco, e così anche noi, sollevati da lui, come la suocera di Pietro, potremo sperimentare come «subito la febbre scomparve»..
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