24 Gennaio 2021 – III Domenica del T.O.: - Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Flaminio Fonte.
Il Sarcofago del Buon Pastore, Musei vaticani di Roma - Arte Paleocristiana
Il Salmo 23 comunemente detto del buon Pastore esprime la fiducia e la gratitudine per la cura premurosa che il Signore continua ad elargire al suo popolo. Tale cura viene descritta facendo ricorso a due diverse immagini: il pastore delle pecore ed il signore ospitale. La prima immagine ricorre con grande frequenza nelle pagine della Scrittura, dagli scritti dei profeti fino ai vangeli, ed appartiene ormai al nostro immaginario.
Eppure, essa richiede qualche precisazione onde evitare che perda tutta la sua efficacia. Il pastore nel Medio Oriente Antico è prima di tutto una potestà; egli governa infatti sul clan famigliare di cui è a capo, sui servi e sugli armenti. Il pastore è infatti una sorta di re nomade con il quale città e sovrani si accordano per regolare il passaggio delle greggi, lo stanziamento degli accampamenti e lo scambio dei beni. Non a caso sempre il testo sacro precisa trattarsi del pastore delle pecore; colui che le governa con autorevole premura. Accanto a quest’immagine il salmo 23 ci offre quella del signore che ospita con larghezza. Egli è l’anfitrione, immagine ricorrente nella cultura greca e latina per descrivere il padrone di casa che colma i suoi ospiti di premure, stupendoli con la sua straordinaria generosità. È proprio nella tenda di questo signore che l’uomo inseguito nel deserto dai nemici, cui allude la seconda parte del salmo, trova un riparo insperato. I nemici, infatti, lo hanno quasi raggiunto, quando all’improvviso, egli si imbatte in una grande tenda, vi entra e la sua vita è salva. In quel provvidenziale riparo il Signore in persona imbandisce la tavola per il suo ospite, poi ne cosparge il capo con l’olio della consolazione e infine, passando a servirlo, riempie il suo calice fino a farlo traboccare con il vino che allieta il cuore dell’uomo (cfr. Ps 104, 15). Il tutto, nota il salmista, non senza un certo compiacimento, «sotto gli occhi dei miei nemici». I Padri della Chiesa hanno visto in queste tre azioni i sacramenti dell’iniziazione cristiana: il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. L’ospitalità che il Signore assicura nella sua tenda è quindi tanto gratuita quanto immeritata; niente, infatti, ci è detto in merito la condizione morale del fuggitivo così generosamente salvato.
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