13 Dicembre 2020 – III Domenica di Avvento (Anno B): - Commento al Vangelo domenicale a cura di Don Flaminio Fonte.
San Giovanni Battista di Juan Vincente Macip (Joan J. Gavara Collection, Valencia)Alle incalzanti domande dei sacerdoti e dei leviti mandati da Gerusalemme, Giovanni il Battista risponde: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Il Battista così si identifica con quella misteriosa voce preparatoria che grida nel deserto, preannunciata l’antico profeta (cfr. Is 40, 3).
Due diverse strade consentivano il collegamento tra Babilonia, ove gli ebrei al tempo di Isaia erano stati deportati, e Gerusalemme, la capitale abbandonata eppure sempre agognata dagli esuli. Una, detta via del mare o delle genti, che evitando il deserto arabico si snodava lungo la costa, allungando di molto il cammino. Era la strada comunemente percorsa dalle carovane perché sicura, ma era lunga, tortuosa e impervia. L’altra, la cosiddetta via regale, attraversava il deserto ed era irta di insidie per le condizioni climatiche avverse e perché infestata dai predoni. Eppure, gli ebrei esuli a Babilonia, dopo settant’anni, rientrano a Gerusalemme come in processione trionfale percorrendo proprio la via regale. Il Signore ha inviato i suoi angeli ad eliminare le insidie, raddrizzare il tracciato, abbassare colli e colmare le valli. La parola Adventus, da cui deriva il nostro Avvento, è un termine tecnico che indicava la visita dell’imperatore o di un suo delegato in una circoscrizione. Tale evento era preparato realizzando imponenti lavori sulle infrastrutture ed in particolare sulle strade, perché il sovrano potesse viaggiare con agio. Nelle pagine della Bibbia, però, le strade rimandano a qualcosa di ben più importante: la vita stessa dell’uomo. Essa è un garbuglio di «strade e stradette, più o men ripide, o piane; ogni tanto affondate, sepolte tra due muri, donde, alzando lo sguardo, non iscoprite che un pezzo di cielo e qualche vetta di monte», scrive il Manzoni aprendo il famoso racconto dei Promessi sposi. Giovanni Battista con il suo battesimo e la sua predicazione predispone il cuore dell’uomo ad accogliere «Colui che viene». Egli è solo la voce mentre Gesù, come insegna il prologo del IV Vangelo, è il Verbo del Padre, la Parola eterna che per noi si è fatta carne. Proprio per questo Giovanni grida e urla con libertà e franchezza affinché «coloro che sono lontani lo sentano parlare e coloro che sono duri a intendere comprendano la grandezza di ciò che viene annunciato» scrive Origene nel suo commento al Vangelo secondo Giovanni. Il peccato si presenta come allettante, eppure rende sempre tortuoso e accidentato il percorso della vita dell’uomo. Quante fatiche inutili, sofferenze gratuite e complicazioni insensate eviteremmo se ascoltassimo veramente quella Parola che la voce continua a gridare senza posa.
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